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Missioni Gesuite - il sito UNESCO meno visitato al mondo si trova in Paraguay

Encarnación è una di quelle città che mi attira già solo per il nome, ma sono qui principalmente per visitare quel che resta delle Riduzioni gesuite di Trinidad e Jesus.
Le Riduzioni furono un progetto messo in piedi dai sacerdoti gesuiti e approvato da Papa Paolo III, dove i fedeli avevano il compito di evangelizzare e civilizzare i popoli indigeni dell’America Latina. A differenza però dei conquistadores spagnoli, i missionari gesuiti intervennero con l’istruzione ecclesiastica piuttosto che con i metodi di sottomissione.
Le Riduzioni erano piccole città organizzate sotto il punto di vista geometrico e funzionale: all’interno c’era sempre una grande piazza quadrata con una chiesa e il campanile, gli alloggi per i monaci, la scuola, le abitazioni degli indigeni e vari depositi per i prodotti coltivati, inoltre, erano protette dagli attacchi degli altri indigeni grazie ad alte mura.
I sacerdoti selezionati tentarono di costruire una società simile a quella cristiana europea, senza però i vizi e gli aspetti negativi che già a quel tempo vennero fuori. C’erano anche delle carceri, ma le punizioni non erano mai dure, anzi, all’interno delle Riduzioni venne abolita totalmente la pena di morte.
Sotto la guida dei gesuiti scelti ed istruiti, gli indigeni impararono a fondere il metallo, a tessere e filare le fibre vegetali e produrre mattoni utili per costruire. In alcune Riduzioni non mancava l’arte, c’erano teatri, laboratori di musica, scultura e pittura, scuole per gli studi astronomici con addirittura un telescopio e un quadrante.

L’educazione cristiana che indottrinavano non riguardava solo la liturgia e la catechesi, oltre ai canti sacri e la predicazione i gesuiti lavorarono anche agli usi e costumi degli indigeni. Con il passare degli anni riuscirono a cambiare il pensiero poligamico: i gesuiti istruivano i più giovani introducendoli al concetto di fedeltà e guidandoli verso il pensiero monogamico, riuscendo con il tempo ad arrivare a celebrare matrimoni cristiani.

La chiave del successo fu l’istruzione: le scuole erano piene di alunni che studiavano dalla matematica alla lingua guaranì, i più dotati imparavano lo spagnolo e perfino il latino - utilizzato per mantenere i contatti con il sistema coloniale.
Gli adulti lavoravano massimo sei ore al giorno, la restante parte del tempo la usavano per la caccia e la pesca. Tranne la domenica e il giovedì, per questi giorni l’unico compito che avevano era quello di pregare. I manoscritti che sono esposti qui evidenziano l’efficacia del loro esperimento politico-sociale-culturale, totalmente controcorrente con i violenti modi della colonizzazione spagnola e portoghese.
Anche se a me suona come: “guardate qui come siamo stati bravi, abbiamo realizzato ciò che abbiamo sempre desiderato, ma per una volta senza sterminare la popolazione e cospargendo sangue ovunque”.

Il sito archeologico è ben tenuto e le rovine lasciano immaginare chiaramente quanto doveva essere bello questo posto. Ci sono solo cinque visitatori, due sono locali.
Le Riduzioni sono una bella testimonianza di questo pezzo di storia, che all’epoca si estendeva non solo qui in Paraguay, ma anche in Argentina, Brasile, Uruguay e Bolivia. Le cittadine furono in totale 33, con un complessivo di 150 mila abitanti che portarono avanti un sistema perfettamente funzionante e che pagava anche le tasse alla Corona di Spagna. Ma la loro crescita infastidì i colonizzatori che, oltre a perdere parte dei terreni, vedevano gli indigeni maturare sotto l’aspetto sociale e... (vai allo store di Amazon per continuare la lettura)

Tags: Paraguay

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