itzh-TWenfrdejaptrues

La Soprannaturale Cambogia: Cimiteri animisti, natura selvaggia e il lago in un vulcano inattivo

Il mercato locale di Banlung, in Cambogia, è un tributo di colori, usanze e addirittura lingue differenti tra loro. I mercati sono il punto di incontro di tutte le etnie, come ho spesso notato in tutti gli altri paesi visitati dell’Asia.
In vendita sui banconi ci sono lucertole giganti stese all’aria con il ventre aperto e le budella ben in mostra, sul lato destro c’è il cuore ed una strana pallina bianca dall’aspetto gelatinoso, sul lato sinistro sembra ci sia il fegato con la milza di colore violaceo. Una donna agita un ramoscello con una busta legata sulla parte finale per proteggere il prodotto in vendita dalle mosche. I pipistrelli hanno subito una vera e propria crocifissione: le ali sono spalancate e fissate ad una croce fatta di bambù. Un animale simile ad un orsetto viene venduto vivo in gabbie di legno, ha le zampe legate e verrà cotto a fuoco lento da chi lo comprerà. Qualcuno copre i suoi prodotti per paura che possa fotografare questi animali, di cui ne è vietata sia la vendita che il consumo, ma che ancora oggi sono facili da reperire nei mercati locali più estremi, quelli dove gli usi, i costumi e soprattutto le tradizioni di un’etnia, non si sono ancora perse. Anzi, nonostante la maggior parte dei cambogiani aderisca al buddhismo o altri gruppi religiosi principali come induismo, islamismo e cristianesimo, in quest’area non si è mai perso il culto delle religioni animiste. Vengono ancora contemplati totem di vario genere, che regnano nei villaggi sorvegliando le tombe dei cimiteri tribali. Ogni gruppo tribale possiede un proprio tempio da adorare. Costoro associano ad ogni elemento della terra un’entità: per loro la terra è uno spirito, anche l’acqua, il sole, il riso, praticamente tutto ciò che circonda la vita. In questa provincia confinante con in Laos risiede appena l’1% di tutta la nazione ed è abitata da diversi gruppi etnici tutti discendenti dai “Khmer delle montagne”. Ho incontrato sciamani appartenenti ai gruppi etnici degli Jarai, i Brau, i Tompoune e i Kreung, che contattano gli spiriti quando se ne necessita. Se la loro visione non risolve il problema, allora si passa al sacrificio animale. Anche le malattie vengono associate agli spiriti maligni: alcune tribù possiedono potenti sciamani esperti in medicina (l’equivalente del curandero in America Latina).

Non sarà la puntura di una zanzara a farmi andare via da qui, nemmeno il ruggito di una tigre nel cuore della notte che mi ha svegliato mentre dormivo sospeso su ...

StampaEmail

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.