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Il Villaggio Arcobaleno in Indonesia

INDONESIA
Kampung Tridi, Malang

Da baraccopoli a città arcobaleno.
Sono serviti 300 milioni di rupie (26.000 €uro) per trasformare Kampung Tridi in un coloratissimo angolo di Java.
Le 232 case di questo anonimo villaggio indonesiano hanno letteralmente fatto un tuffo nei colori. E il risultato è sorprendente.



Non ha particolare interesse storico, artistico o naturalistico, ma questa sua specificità lo ha reso così unico da meritare un visita.
Il villaggio era un luogo abbandonato e degradato, considerato una discarica a cielo aperto.

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Il Fuoco Blu del Vulcano Ijen - Indonesia

Per questa avventura ho bisogno di torcia e maschera antigas.
Cinque chilometri in salita nel cuore della notte per raggiungere il vulcano.
Non sono solo, in questo periodo il turismo locale prende letteralmente d’assalto questo posto.



Il panorama è fantastico, da qui si riesce a vedere anche l’isola di Bali e tutti i monti circostanti avvolti da fitte nuvole come zucchero filato. La salita si fa sentire e tutte le lampade in fila indiana danno un effetto “processione” verso questo fantastico vulcano, uno scenario davvero singolare.


Raggiungo la bocca e un cartello mi avvisa "Vietata l’ascesa al cratere, gas pericoloso" con tanto di teschio annesso.
Bene, è proprio il caso di dire “un caloroso benvenuto”.

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La tribù dei Mentawai - Indonesia


I Mentawai sono l’ultimo gruppo aborigeno “scoperto”, o così interpretano gli occidentali, i quali hanno la tendenza a definire “scoperta” qualcosa di nuovo per loro, ma che al mondo c’è sempre stato, spesso anche prima di loro - vedi la scoperta delle Americhe di Colombo.

Arriviamo al villaggio tra i colori accesi del tramonto. Mi viene presentato lo sciamano, che al contrario di ogni altro asiatico, mi accoglie con un forte abbraccio stringendomi tra le sue minute e deboli braccia - e forse un po' mi mancava un abbraccio così. Ha un’orchidea rossa su di un orecchio, i capelli raccolti in un pezzo di stoffa e le parti intime coperte da una fibra ricavata da un albero. Il marsupio è l’unico oggetto moderno, è comodo e dura più di quello artigianale ottenuto con un cocco. All’interno ci trasporta un piccolo coltello, un accendino e delle foglie di banane secche con le quali rollarsi del tabacco da fumare. Sì, perché il tabacco ha “conquistato” anche questi villaggi. Furono proprio lo zucchero e il tabacco i due elementi che utilizzarono i missionari per stabilire un contatto con gli indigeni. Da allora la dipendenza ha preso il sopravvento. Basti pensare che sugli altipiani himalayani le persone non avevano grandi problemi odontoiatrici e i denti mostravano una resistenza maggiore.

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