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Il problema sono i ricchi

Dumai avrà anche il suo aeroporto pulito e accogliente per il visitatore di turno, ma l’ingresso via mare è davvero angosciante, gli odori sono insopportabili e l’aria è così sporca da sentirla sulla pelle. All’uscita del porto mi ritrovo bloccato con la moto in un’angosciante coda di autocisterne, tutte in fila per prelevare l’olio di palma dalle fabbriche che occupano la costa. Questo è uno dei problemi più rilevanti dell’ultimo secolo se calcoliamo tutto ciò che ne comporta la produzione: vengono abbattuti migliaia d’ettari di palme ogni anno, disboscate aree per estendere le fabbriche di produzione e, non per ultimo, il riversamento degli scarti che finiscono nella catena alimentare acquifera ed infine nel nostro corpo. In questo sporco gioco siamo tutti a rimetterci, anche chi si gonfia le tasche, dai politici corrotti alla polizia che blocca le manifestazioni che si susseguono tutti i giorni, alle multinazionali che hanno preso il potere di questo pianeta disinteressandosi completamente della natura.

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Singapore: la Città-Stato proiettata verso il futuro


Nella città-Stato c’è Rosario ad attendermi: un contatto italiano passatomi qualche giorno prima di arrivare qui. Non c’eravamo mai incontrati prima, nonostante gli amici in comune. La vita mi ha riservato questa conoscenza proprio dove ne ho bisogno, a Singapore.
Rosario è il responsabile di alcune attività di ristorazione o, più comunemente, di questi tempi dove ogni posizione lavorativa ha assunto un termine inglese che serve SOLO a dare un’impressione più grossa (ma la sostanza non cambia), è un restaurant manager. Questo discorso della sostanza riflette precisamente il paese. Provo a spiegarmi meglio: in questa città l’acqua corrente è potabile, addirittura quello dello scarico del bagno, però bere acqua nella metropolitana è vietato - la multa da pagare equivale ai nostri 300 euro.
≪Evitiamo di parlare di politica quando non siamo in casa≫. È stata la prima raccomandazione di Rosario al tavolo del ristorante.

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George Town e la sua street art

Georgetown, Isola di Penang

Cittadina elegante con il suo tocco d’Asia per niente moderno. In questo paese vivono induisti, buddisti, cristiani e musulmani, tutti insieme in completa armonia, quasi impensabile per una mente occidentale… Un bellissimo esempio di civiltà.



Faccio il giro della famosa street art.
Qui i murales sono accompagnati da qualche oggetto in modo da rendere l’opera e il turista una sola cosa, interattiva ed originale.
Mangio cibo indiano, poi assaggio qualche piatto locale e vado a bere una birra.

Ora la Malesia comincia davvero a piacermi.

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