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La tribù degli Akha - estremo nord del Laos

In due giorni di viaggio attraversiamo zone rurali con mercati locali. In uno di questi ho comprato un chilo di tabacco per 20 centesimi di euro, ho visto dei contadini girare con frecce e balestre fatte di bambù, poi una signora ha cucinato un cane alla brace e l’ha diviso in porzioni uguali su piatti di legno.
Arriviamo nel piccolo villaggio di Hat Sa, un minuscolo popolato di capanne e lamiere dove la tecnologia ancora non ha trovato spazio e i bimbi passano la maggior parte della giornata a giocare nella natura. Il paesaggio è incantevole, il fiume in piena sembra un enorme drago che striscia tra la giungla. Nuria è sicura di trovare una signora che ci ospiterà, consulta gli appunti segnati su un pezzo di cartone strappato da un pacchetto di carte da gioco. Non mi concede molte spiegazioni e questo velo di mistero mi piace. Mi fido.

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Slow boat in Laos: Huaxyai - Luang Prabang

Huaxyai - Luang Prabang

Per raggiungere Luang Prabang prenso una barca fatta di legno marcio e ferraglia arrugginita.
Partenza da Huaxyai 300 chilometri tra queste importanti acque.
Gli scenari sono incredibili ! Mi ricordano il film Apocalypse Now di Francis Ford Coppola.

In Laos è possibile raggiungere qualsiasi posto via fiume, il Mekong e i suoi affluenti creano una fitta rete di collegamenti, un modo diverso per spostarsi e osservare il tutto da un altro punto di vista.
Un'opzione che comincia a piacermi, compreso le rane fritte.


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Golden Triangle - Il Triangolo d'oro, centro del traffico di droga - La tripla frontiera

Sono sul ciglio della strada in compagnia di Marianna, un’argentina conosciuta qualche giorno fa a Pai. Entrambi stiamo cercando di raggiungere Chang Rai in autostop.
Primo mezzo: un autocarro nero dove dal retro del cassone si gode di un bel vento fresco.
Secondo mezzo: un americano reduce di un infortunio durante una missione in Afghanistan e che oggi rinnega gli Stati Uniti d’America, ci offre due birre e la simpatica compagnia della sua fidanzata thailandese.
Terzo mezzo: un altro autocarro ci permette di godere di un incredibile tramonto e delle statue dei Buddha che padroneggiano le montagne di questa zona.
Quarto mezzo: un camion con una famiglia di quattro persone ci caricano nonostante l’abitacolo sia stretto.
Raggiungo Chang Rai e mi lascio guidare dalla fame nel fiume di baracche che servono da mangiare. I cibi thailandesi sono delle vere e proprie performance artistiche, dalla preparazione del piatto fino al risultato finale, concludendo il suo percorso nella galleria dei sensi. Spaziare tra i sapori di un nuovo paese è già di per sé un viaggio.

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