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La foresta più umida del mondo si trova in India

Sono sul ciglio della strada a fare autostop e alla prima auto già vengo caricato: un furgone sbullonato mi lascia in un villaggio di dieci anime, qui una ripida discesa che mi conduce nel cuore della giungla, una vera immersione nella natura selvaggia. Il mio cervello riceve fortissimi impulsi di gioia mentre vedo aumentare in maniera smisurata il numero di farfalle, sono grandi almeno quanto il palmo della mia mano. Ci sono orchidee dai mille colori e funghi dalle forme che non avevo mai visto prima, le rocce sono coperte da un velo di muschio peloso e io continuo a scendere sempre di più mentre ciò che mi circonda si trasforma passo dopo passo, come un LSD imbevuto d’acido che libera il suo effetto con il passare dei secondi. Mi ritrovo circondato da liane e radici gigantesche, gli intrecci hanno creato sculture naturali ridisegnando l'intera foresta, tutta opera da Madre Natura; attraverso la valle camminando sui ponti naturali e scopro sette cascate eleganti come la criniera di un cavallo: la tribù della giungla le chiamano le “Sette Sorelle”. La leggenda racconta di una donna che si è lanciata dal punto più alto dopo aver scoperto che il marito le aveva dato in pasto la figlia: era un peso sostenerla e l’ha cucinata mescolandola con il riso, aveva dimenticato due dita e la moglie le aveva notate. Che storia macabra.

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Il senso della vita è sull'Himalaya

Di primo mattino sono già all’ufficio trekking di Kathmandu. Come al solito non sono informato su niente, chiedo all’ultimo della fila, una sorridente brasiliana di nome Gabriella.
≪Ciao, ho visto che hai capito qualcosa, ti invidio tanto sai?≫. Con questa battuta ricevo in cambio tutte le informazioni di cui avevo bisogno e dei soldi per pagare il biglietto. ≪Non mi sono ancora ripreso dall’ultima notte e ho dimenticato di ritirare le banconote, dopo andiamo a bere qualcosa insieme e te li restituisco≫. Ma la cosa più bella che ricevo da quella battuta è un meraviglioso sorriso pieno di luce.
Senza rendermi conto a cosa stavo andando in contro avevo preso il ticket d’accesso per il parco Nazionale dell’Annapurna, con l’unica idea di camminare senza una precisa meta nella valle dell’Himalaya.
Al tavolo di un bar mi saluto con Gabriella: ≪Quindi ci incontreremo di nuovo a Pohkara, da lì partono i viaggiatori che intendono percorrere il circuito dell’Annapurna≫.

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Holi Festival più pazzo di tutta l'India - Mathurà

Ore quattro del mattino, stazione di Mathurà, buio pesto. Devo trovare un posto dove passare questi giorni, non conosco la città e né tantomeno la zona, decido quindi di parlare con il primo indiano che incontro.
≪Segui questa strada, ti porterà al fiume sacro dove incontrerai varie strutture, prova a chiedere li≫.
Mi incammino senza staccare gli occhi dagli antichi e affascinanti palazzi illuminati dai primi raggi del sole. Arrivo al fiume in perfetto sincronismo con l’alba, come se mi stesse aspettando per darmi il benvenuto. Dopo un’ora alla ricerca di un buco dove dormire, un indiano mi offre una soluzione economica ma non proprio legale, un alloggio governativo prettamente per i nazionali.

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