Grazie India
Ho viaggiato intere notti su treni ultima classe, bus locali dove l'unico posto libero era il tetto, ho raggiunto villaggi con carretti trainati a mano o a da un cavallo più stanco di me, ho raggiunto templi via fiume su zattere di bambú e plastica riclicata, ho attraversato il deserto per potermi avvicinare al confine con il Pakistan cavalcando un dromedario, chilometri e chilometri in autostop con trattori e furgoni che trasportavano animali e merce varia.
Ho dormito in capanne senza acqua e senza luce, tra i banchi di una scuola, in un camion nel bel mezzo del niente, intere settimane con la mia tenda nella foresta più umida del mondo... e spesso qualche strano animale velenoso veniva a darmi il buongiorno.
Ho occupato giardini e furgoni abbandonati, ho evitato le grandi città e trovato il vero contatto con le culture locali di ogni villaggio, ho dormito in un amacha, su palafitte, all'interno di negozi e sui tetti, ho attraversato la Baia del Bengala impiegando 4 giorni con un traghetto arrugginito per raggiungere il paradiso delle Isole Andamane.